INTRODUZIONE

L’arte greca, a differenza dell’arte che l’aveva preceduta, intendeva mostrare il pensiero dell’uomo e ricercare la bellezza. Gli antichi Greci, attraverso l’arte, giungevano alla comprensione di se stessi.Gli artisti, quando facevano una scultura, solo guardando il materiale, vedevano, dentro di esso,  la scultura che dormiva e aspettava di essere tirata fuori. Questo stesso pensiero ci è stato riferito dallo scultore Pablo Atchugarry che abbiamo incontrato pochi giorni fa.

Per i Greci la scienza, la tecnica e l’arte erano la stessa cosa, perchè conoscere, saper fare ed esprimersi erano considerati un tutt’uno. Le opere d’arte greca possono rientrare in tre categorie artistiche: ARCHITETTURA, SCULTURA, PITTURA

I periodi dell’arte greca sono tre:

  • ARCAICO – dal 7° al 6° secolo a.C.: in questo periodo le statue vengono scolpite rigide nei loro atteggiamenti; i capitelli (parte alta della colonna) degli edifici sono in stile dorico; sui vasi la pittura è in stile geometrico
  • CLASSICO – dal 5° al 4° secolo a.C: in questo periodo le linee delle statue sono piu morbide ed eleganti, con grande attenzione ai particolari; i capitelli degli edifici sono in stile ionico
  • ELLENISTICO – dal 4° al 1° sec. a.C : in questo periodo le statue vengono scolpite cercando di renderle dinamiche, in movimento e soprattutto realistiche; i capitelli degli edifici sono in stile corinzio

 

  ARCHITETTURA

1 – IL TEMPIO

La vita dei Greci era dominata dalla religione; non stupisce percio che gli edifici piu grandi e piu belli fossero i templi. qui a fianco puoi vedere il Tempio di Poseidone che si trova su un promontorio a picco sul mare a sud di Atene.

I templi vengono realizzati dagli architetti greci sempre in armonia con l’ambiente. Centinaia di operai tagliano e levigano il marmo, principale materiale degli edifici, sotto l’esperta direzione degli architetti.

Una caratteristica fondamentale del tempio greco sono le colonne che terminavano in cima con il CAPITELLO ; nell’immagine puoi vederne i diversi tipi:  quello  DORICO era semplice e non decorato, quello IONICO aveva due riccioli all’estremità, quello CORINZIO cercava di rappresentare la natura con foglie di acanto scolpite nella pietra. Le colonne avevano lo scopo di guidare lo sguardo verso l’alto dell’edificio, dove c’erano le figure scolpite e dipinte. Chi giunge al tempio, è portato ad esclamare: ”Come sono importanti e potenti i nostri dei!”. Il colonnato sosteneva tutto il tempio che aveva forma rettangolare; all’interno c’era una cella chiamata NAOS che custodiva la statua della divinità; qui entrava solo il sacerdote.

Il Partenone – vedi foto – è il tempio piu importante di ATENE; era dedicato alla dea protettrice della città, cioè Atena; si trova su una collina dove c’è la zona sacra della città che ospita anche altri templi e persino due teatri (Questa zona si chiama ACROPOLI).

I templi, come quelli di Agrigento in Sicilia, segnano i luoghi dove sorgevano le colonie fondate dai Greci; al loro interno erano custoditi terra e fuoco, portati dalla madrepatria. Uno dei templi piu famosi della Valle dei templi di Agrigento è il Tempio della  Concordia che venne utilizzato come luogo sacro tra il sesto e il secondo secolo a.C. La Valle dei templi è il sito archeologico piu grande del mondo ed è anche stata riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

 

 

 2- IL TEATRO

I Greci costruirono anche uno spazio dedicato, nelle loro città, alla messa in scena di opere teatrali: loro stessi sono ritenuti gli inventori dei drammi: tragedia e commedia. Il teatro era ricavato sul pendio di una collinetta che veniva sfruttato per realizzare le gradinate per il pubblico; aveva una forma semicircolare.

Il teatro greco si articola a partire da un recinto centrale in cui viene rappresentato lo spettacolo: l’orchestra (da orchéomai, “danzare”). Qui si esibisce il coro, il gruppo di artisti che accompagna con la danza i canti dedicati alle divinità. Dal momento che questa danza avviene in circolo, l’orchestra ha una forma circolare.

Intorno a questo recinto è disposta la cavea (kóilon) per gli spettatori, un’assise di forma semicircolare a gradoni che sfrutta la pendenza naturale del terreno, permettendo una perfetta visibilità e un’ottima acustica da tutte le posizioni.

Le maschere furono introdotte nel teatro greco da Tespi l’inventore della tragedia che intorno al 530 a.C. cominciò a far usare agli attori maschere di lino, sughero e poi di legno.

Prima di allora gli attori si erano limitati a pitturarsi il volto. La ragione per cui la maschera arrivò sulle scene era logistica prima ancora che simbolica: occorreva amplificare tutto, dalla voce alla fisionomia del volto. Le maschere avevano i tratti del volto molto accentuati: piangenti nei drammi e sorridenti nelle commedie. Servivano a rappresentare il carattere del personaggio mentre nascondevano l’individualità dell’attore. Inoltre, siccome  la distanza che separava l’attore dal pubblico era di almeno 18 metri dalla prima fila, la voce veniva amplificata dalla maschera che fungeva da megafono.  .

 PITTURA

Uno dei principali prodotti degli artisti/artigiani greci era la ceramica, cioè quella vasta serie di vasi, anfore, brocche, bicchieri, piatti, vassoi, realizzati grazie all’argilla. La stessa parola ceramica viene dal nome di un quartiere di Atene dove si producevano i vasi (il Ceramico). Servivano come contenitori e come stoviglie, oppure come porta-profumi o porta-medicine. Per lo storico la ceramica è una preziosa fonte di notizie: ci racconta anche lo sviluppo della pittura , infatti quasi tutte le pitture greche su legno o parete sono andate distrutte, mentre si sono ben conservate quelle sul vasellame. La tecnica piu diffusa a Corinto era quella a figure nere,mentre i ceramisti di Atene crearono quella a figure rosse . I vasi erano un bene di lusso, per le persone benestanti, perchè molto costoso; venivano venduti in tutti i paesi con cui le città greche commerciavano. Il vasaio quindi era un artigiano/artista che lavorava nella sua bottega aiutato da schiavi. Ecco come procedeva nel suo lavoro:

1- dopo aver realizzato un vaso con l’argilla, mescolava creta e acqua, ottenendo una pasta marrone e gelatinosa con cui procedeva alla pittura.

2- metteva il vaso nel forno e lo scaldava a 800°. Siccome la creta ateniese contiene molto ferro, questo fatto dava poi al vaso un colore rossiccio

3- il vasaio chiudeva poi la ventola in cima al forno facendo alzare la temperatura anche fino al 1000°, così che il vaso divenisse tutto nero

4-infine il vasaio riapriva la ventola per fare di nuovo entrare ossigeno: questa operazione faceva in modo che le parti del vaso che non erano dipinte diventassero rosse mentre quelle dipinte mantenessero il colore nero, perchè troppo gelatinose e spesse per assorbire l’ossigeno

Le pitture sui vasi rappresentano scene di diverso tipo: da scene di vita quotidiana, a miti con protagonisti gli dei, a momenti di lotta o giochi o sport.

SCULTURA

Le origini dell’arte di scolpire le statue (arte scultorea) risalgono per i Greci al 7° secolo a.C. Il loro obiettivo era riprodurre la figura umana. Un’idea molto importante è che il pensiero creatore dello scultore esiste prima della statua; così l’artista inseguiva l’immagine della perfetta figura umana da scolpire nel marmo.Gli scultori eccellevano anche nella tecnica della fusione del bronzo. Le statue non dovevano rappresentare delle persone ma esprimere l’ideale della bellezza immortale; per questo spesso raffiguravano dei ed eroi.

 

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