matilde.caravello Aprile 7, 2019

Stefano era in compagnia di suo nonno e avevano molta voglia di mangiare un gelato ma il nonno, non potendo più camminare perché ormai anziano, mandò Stefano a comprarlo. Il ragazzo, per avvisare i genitori che sarebbe uscito, scrisse un biglietto e lo attaccò con il nastro sulla porta ma, ad un tratto si alzò il vento, che con un soffio, staccò il foglio dalla porta e lo portò via. Passavano le ore, di Stefano nessuna traccia, e tutti i famigliari iniziarono a preoccuparsi non sapendo dove fosse il ragazzo. Intervenne il nonno dicendo e spiegando loro la situazione, ma, essendo vecchio e smemorato, i famigliari pensarono fosse una delle sue solite storie per attirare l’attenzione e quindi non gli diedero ascolto.  I genitori e tutti i famigliari andarono in commissariato a sporgere denuncia della scomparsa e iniziarono subito le indagini e le ricerche. I carabinieri si misero subito al lavoro e si divisero i compiti e i luoghi in cui cercare Stefano, mentre il detective interrogò gli amici più stretti del ragazzo per vedere se loro sapessero qualcosa sulla scomparsa. Nulla. I ragazzi non sapevano nulla. E il caso si faceva sempre più difficile e pericoloso, perché, più passavano le ore e più c’era la possibilità di non ritrovare più Stefano.

I genitori, disperati, chiamavano e richiamavano sul telefono Stefano ma non rispondeva. Il nonno disse ancora la sua versione dei fatti: Stefano era andato a comprare un semplicissimo e banale gelato, ma tutti non gli cedettero, tutti, tranne il detective. Per saperne di più il signore andò in gelateria di nascosto, trovò la cameriera e le chiese se avesse visto il ragazzo che stavano cercando ormai da qualche ora e lei gli diede molte informazioni: gli disse che sarebbe passato da lì tra dieci minuti perché aveva ordinato il gelato per suo nonno. Inoltre le aveva detto che aveva appeso sulla porta una lettera per avvisare i suoi genitori che sarebbe andato in gelateria. Passò un’ora e Stefano non si fece ancora vedere. Il detective tornò a casa ad avvisare i genitori circa il biglietto lasciato dal ragazzo sulla porta. Ma ad un tratto Stefano sbucò fuori dal magazzino della gelateria e supplicò la cameriera dicendole se poteva andare a casa perché i famigliari erano preoccupati ma lei lo fulminò con lo sguardo e lo spintonò ancora dentro quel posto buio. Alla cameriera sfuggì un dettaglio: i carabinieri e il detective avevano visto quella scena. Subito un gruppo di carabinieri irruppero nella gelateria, la immobilizzarono e l’arrestarono, mentre il detective andò a liberare Stefano. Stefano era salvo. Abbracciò subito i suoi genitori e vide tutta la scena dell’arresto. Erano tante le domande che i genitori fecero al ragazzo, ma lui non rispose a nulla, rimase in silenzio.

Passarono giorni e di quella storia se ne parlava ancora molto in paese, e mentre succedeva tutto questo la proprietaria della gelateria riuscì a scappare dal carcere all’insaputa di tutti e senza farsi vedere ritornò in gelateria, ma sentì una voce conosciuta: Stefano stava raccontando cosa fosse successo l’altro giorno, spiegò la storia del rapimento e del nascondiglio e ringraziò soprattutto il detective e i carabinieri per l’enorme sforzo e per avergli salvato la vita. La cameriera sentendo quelle frasi scappò impaurita e non si fece più vedere. Quella sera fu una sera speciale per Stefano, la sua famiglia e i suoi amici, festeggiavano il suo coraggio e la sua forza.

MATILDE CARAVELLO 5^

Leave a comment.

Your email address will not be published. Required fields are marked*